Verla Francesco |
(Villaverla, 1468 – Rovereto,
1520). Appartenente alla cerchia di Bartolomeo Montagna,
dopo un soggiorno romano nel 1503, lo troviamo attivo
nel Vicentino, dove nel 1508 dipinge una pala a Velo d’Astico
e un’altra a Vicenza, nelle quali si avverte l’influenza
della scuola umbra del Perugino. Tra il 1510 e il 1513
dimorò a Schio, dove siglò alcuni contratti, avendo come
testimone e garante Giangiorgio Dal Soglio, il committente,
assieme al suocero Giovanni Stefanini, della pala di San
Francesco. Dopo il soggiorno scledense, nel 1513, si trasferí
a Trento e di là a Rovereto, dove morí.
|
|
Vio Ettore (Igio) |
(Pola, 1935 – viv.). Architetto
e contitolare dello studio associato architetti Vio–Fassina.
Nella professione, con Lucia Fassina e con Giovanni Vio,
affronta i temi del restauro, dell’edilizia e dell’urbanistica
con particolare riguardo ai centri storici. Partecipa
a molti concorsi nazionali e internazionali risultando
molte volte vincitore. Dal 1981 proto–architetto della
Basilica di San Marco, progetta e dirige gli interventi
di restauro. Con lui collabora il figlio Giovanni.
|
|
Vivroux Auguste |
(Verviers, 1824 – 1899). Figlio
di un architetto, proseguí l’arte paterna e collaborò
con lui nella costruzione del castello neogotico di Meldert
nel Brabante. La sua attività si esplicò sia nella costruzione
di fabbricati ad uso industriale sia nella progettazione
di edifici per la ricca borghesia belga.
|
|
|
|
|