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Lanaro Dino
(Malo, 1909 – Milano, 1998). Autodidatta, comincia ad esporre nel 1926 alla mostra allestita per l’apertura dell’Ossario del Pasubio. Nel 1931 partecipa alla Internazionale d’Arte Sacra di Padova. Successivamente espone alle Sindacali Vicentine, alle «Bevilacqua “La Masa”» di Venezia ed alle Trivenete di Padova. A Milano fa parte del movimento di "Corrente" ed espone alle mostre organizzate dal gruppo. Nel dopoguerra partecipa alle Biennali di Venezia del 1948, ’50, ’56 ed alle Quadriennali di Roma del 1947, ’51, ’55, ’59, ’65. Ha svolto attività didattica ed è stato titolare di cattedra di pittura dell’Accademia di Brera di Milano.

Lepscky Gian Maria
Gian Maria Lepscky – informa A. M. COMANDUCCI, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei, III, Milano 1972, p. 1701 – nacque a Venezia il 18 settembre 1897 e morí il 12 luglio 1964. «Frequentò tutti i corsi dell'Accademia di Venezia, discepolo di Ettore Tito. Trattò il ritratto e la decorazione, alla quale dette un carattere personale, che tuttavia risentiva dell'influenza del maestro. Esordí a Ca' Pesaro nel 1919. In seguito partecipò a diverse esposizioni a Milano, Firenze, Torino. Il suo quadro Pettegolezzi, esposto alla Biennale di Venezia del 1924, venne acquistato da un collezionista milanese. Si ricordano ancora di lui: Mercato a Chioggia acquistato dal re nel 1925 alla Mostra dei combattenti; una Notte a Malga Zugna, di proprietà dell'Istituto d'Assicurazioni di Roma. Eseguí anche molti lavori d'arte sacra». Fra le opere notevoli in questo ambito A. M. Comanducci cita «La glorificazione dell'eroe (affresco) nella chiesa della Santissima Trinità di Schio, per il Monumento – Ossario dei caduti di quella città».

Letter Carlo
(Schio, 1841 – 1913). Discendente di una antica famiglia provenienti da Valli del Pasubio, è figlio di Giovanni Battista Letter, chirurgo dell’ospedale «Baratto» di Schio. Oltre ad alcuni interventi nel «Quartiere nuovo», fra cui la ristrutturazione dell’ora distrutto asilo di maternità, seguí l’intircata vicenda della linea ferroviaria che fino agli inizi del secolo scorso univa Schio a Torre e Arsiero. A lui si deve anche, l’apertura di via Battaglione Val Leogra.

Lezeni Rinaldo
(Vicenza, seconda metà del XVIII secolo). Rinaldo Lezeni (ma il cognome varia da Lezene a Lesene) è un altarista che troviamo presente nel cantiere della parrocchiale di San Vito tra il 1766 e il 1780, quando si impegna a fornire le pietre per la porta e stipula il contratto per l'esecuzione del maggiore e di altri quattro altari. L'incarico, però, fu compiuto solo parzialmente, tanto che nel 1799 ci si affidò a un Barbieri (Paolo SNICHELOTTO, Cent'anni all'ombra del campanile, San Vito di Leguzzano 2002, p. 55 – 56). Secondo un'informazione fornita dal Saccardo (Notizie d'arte, p. 578 – 579), sul finire del XVIII secolo il Lezzene, oltre a partecipare alle riunioni della Fraglia dei Lapicidi di Vicenza, ne fu anche a capo. Secondo una notizia fornita in Giovanni MÀNTESE, San Vito di Leguzzano dalle origini ai nostri giorni, San Vito di Leguzzano 1959, p. 199, il Lezeni sarebbe autore di una Tavola dei marmi del territorio vicentino, stampata a Vicenza nel 1762.

Lora Antonio
Il trissinese Antonio Lora, (1835 – 1922) trattò il legno, il bronzo, il rame ma soprattutto nella lavorazione del ferro diede prova di eccezionali capacità tecniche e di fantasia creativa.

Lorenzetti Carlo
(Venezia, 1858 – 1945). Dopo essersi dedicato alla decorazione, poté frequentare l’Accademia di Venezia con Luigi Ferrari. Di questa istituzione, in seguito diventò docente. Ebbe numerosi e pregevoli riconoscimenti per meriti artistici. Espose a Vienna, Monaco, Parigi. A Schio scolpí una targa, posta nel refettorio dell’Asilo Rossi di Schio, a ricordo della baronessa Maria Rossi Bozzotti, moglie del barone Giovanni Rossi. Vinse anche il concorso per la realizzazione del monumento ai Fratelli Pasini a Schio.