Pasqualotto Costantino |
(Vicenza, 1681 – 1755). Costantino,
detto «il Costantini» è figlio di Giacinto, un modesto
pittore vicentino. Ben poco apprese dal padre, quanto
a vivacità e rotondità di colore, benché, talvolta, sia
pittore di poca fantasia. Fra le sue opere piú significative:
due tele nell’Oratorio delle Zitelle a Vicenza e, soprattutto,
il soffitto della chiesa di San Faustino, sempre a Vicenza.
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Pasquotti Tomaso |
(Conegliano Veneto, 1858 – Schio,
1912). Partito ancor giovane dalla città natale per frequentare
l’Accademia di Venezia, dove ebbe come maestri Marino
Momenti e Giacomo Favretto, lo troviamo a Schio già nel
1880. Docente di disegno presso le scuole del Castello
e membro della Commissione d’ornato cittadina, si distinse
soprattutto nella pittura a soggetto sacro e nella ritrattistica.
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Penzo Pio |
(Piane, 1926 – Venezia, 1988).
Salesiano, studio con Mario Deluigi all’Accademia di Venezia.
Diplomatosi, fu insegnante di grafica presso l’Istituto
San Giorgio della fondazione Cini. Numerose sono le esposizioni
che l’hanno visto protagonista.
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Piazza Paolo |
Nato a Castelfranco Veneto nel
1560, Paolo Piazza entrò fra i Cappuccini assumendo il
nome di fra' (poi padre) Cosmo da Castelfranco. Inviato
nel 1601 in Germania ed in altre regioni di lingua tedesca
assieme ad altri confratelli incaricati di fondarvi dei
conventi, decorò con pitture le nuove chiese venendo a
contatto con stimolanti esperienze artistiche d'oltralpe
e divulgando insieme la maniera veneta di dipingere. Tornato
in Italia, fu attivo in Umbria, Romagna, Toscana, a Roma,
nel Veneto, soprattutto a Venezia. Morí nel 1621.
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Piovene Antonio |
Del conte Antonio Piovene architetto
vicentino (1774 – 1858), discepolo del Calderari, si ricorda
in particolare il grazioso tempietto ionico (1820) di
parco Querini a Vicenza.
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Pozzòlo Giuseppe |
Figlio dell'archivista e storico
Giacomo, Giuseppe Pozzòlo (1678 – 1753) curò nella terra
natale l'esecuzione di non pochi lavori pittorici preminentemente
(se non soltanto) di soggetto religioso.
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Pozzòlo Rosa |
(Schio, 1704 – 1781). Figlia del
pittore Giuseppe Pozzòlo ebbe i primi rudimenti nella
bottega del padre, dove si esercitava a copiare dai maestri
veneti come Veronese o Tiziano. Una piú incisiva educazione
artistica le venne, però, dal pittore vicentino Giovanni
Antonio De Pieri, presso il quale Rosa prese ad abitare,
aiutando il maestro (di cui fu costituita erede) e divenendo
essa stessa pittrice anche indipendente, fino alla morte,
avve-nuta nel 1781. Su di lei vedasi Margaret BINOTTO,
Rosa Pozzòlo, in Le tele svelate. Antologia
di pittrici venete dal Cinquecento al Novecento,
a cura di Caterina LIMENTANI VIRDI, Mirano 1996, p. 166
- 175.
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Pugina (famiglia) |
Nel 1890 i Pugína, organari di
Stanghella, in Provincia di Padova, acquistarono tutta
l’attrezzatura e il magazzino del laboratorio artigiano
di Agostini, che non ebbe continuatori diretti. Tra la
fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento questa ditta,
sotto l’abile guida del maestro artigiano Annibale, si
assicurò molte importanti commissioni nella città di Padova,
per il restauro e l’ampliamento di alcuni organi storici.
Morto Annibale, nel 1916, i figli Giuseppe, Olga e Giovanni,
continuarono l’opera del padre. La ditta cessò la propria
attività nel 1932.
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Pupin Francesco |
(Schio, 1844 – ?, post 1917).
Pittore e decoratore, figlio secondogenito di Domenico,
ha dispiegato la sua lunga attività sia a Schio, sia nei
dintorni (sua è la decorazione della chiesa di Monte di
Malo). A lui appartiene un bell’album d’acquarelli di
soggetto scledense, offerto nel 1896 per le nozze d’oro
di Alessandro Rossi. Le notizie su di lui spariscono dopo
il trasferimento a Vicenza.
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Pupin Giuseppe jr. |
(Schio, 1907 – 2003). Pittore
di paesaggi e di ritratti, è una delle principali figure
artistiche della Schio fra le due guerre, assieme a Dino
Lanaro e Guido Cremasco, con cui aprí uno studio. La sua
produzione è stata esposta in numerose rassegne.
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Pupin Giuseppe sr. |
(Schio, 1798 – 1879). Non sappiamo
quale sia stato l’apprendistato artistico di questo pittore
scledense, però appare evidente che egli «usa un disegno
a tratti elegante e armonioso e un cromatismo a volte
brillante che spesso vanifica per vistose cadute di stile»
(Giuseppe e Nico GARZARO, Una dinastia di pittori
al servizio della Chiesa, «La voce dei Berici», 9
aprile 1995). Ha lasciato le sue opere in molte chiese,
fra cui quelle di Schio, Zanè, Caldogno, Velo d’Astico,
Asigliano. Poiché amava firmarsi «Poppini», alcune sue
opere sono state falsamente attribuite a un fantomatico
«Poppini di Schio»: è il caso di alcuni dipinti in terra
padovana.
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Pupin Luigi |
(Schio, 1848 – 1909). Terzogenito
di Domenico e padre di Vittorio. La sua attività artistica
si manifesta esclusivamente nella decorazione di chiese.
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Pupin Valentino |
(Schio, 1830 – 1886). Figlio di
Domenico, è sicuramente una delle figure di spicco della
produzione artistica vicentina del XIX secolo. Dopo aver
studiato presso l’accademia di Venezia, si trasferí nello
studio di Giovanni Busato a Torino. Tornato in patria,
attense a numerose opere sia nelle chiese cittadine sia
in altre località della diocesi (Arzignano).
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Pupin Vittorio |
Appartenente alla celebre famiglia
di pittori scledensi attiva per oltre due secoli, Vittorio
Pupin di Luigi fu Domenico visse tra 1883 e 1954. Formatosi
alla scuola della dinastia pittorica cui apparteneva ed
a quella di Tomaso Pasquotti, lasciò traccia della sua
attività in innumerevoli edifici sacri soprattutto della
nostra diocesi. Giuseppe e Nico GARZARO, che si sono soffermati
con grande cura sulla biografia, il regesto e l'analisi
critica dell'opera di Vittorio Pupin (in Parrocchia
Santa Maria Annunziata, Marano Vicentino. Quaresima
1995, pp. LXXIII –LXXXXVI), nel presentare la sofferta
Madonna del disperso in Russia, ricordano che
«lo stesso artista perse il figlio Vittorino» in guerra.
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