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Mostra personale del concittadino Giorgio Scalco


Apre Sabato 14 gennaio a Palazzo Fogazzaro la mostra personale del concittadino Giorgio Scalco. Alle ore 17.00 l'inaugurazione. Resterà aperta fino al 2 aprile 2017. Al Maestro sarà consegnata la medaglia d'oro della Città di Schio, riservata ai personaggi illustri.

Un'altra significativa mostra per la Città, che inaugura il 2017 con le opere di un artista scledense. Nato a Schio nel 1929, Giorgio Scalco inizia giovanissimo e la sua prima formazione è a Schio, dove frequenta lo studio del pittore Alfredo Ortelli, che Scalco stesso ricorda come l'antro di un "orco" arroccato sulla collina, e dove il neofita viene sottoposto a un duro apprendistato. Lì si impadronisce delle tecniche della pittura di ogni tempo, come traspare dalle sue tele, tutte condotte sul filo di una grande maestria tecnica.

Conseguita la maturità classica, verso la fine degli anni cinquanta si trasferisce a Milano e poi a Roma, dove, grazie a una borsa di studio, frequenta il Corso sperimentale di arte cinematografica, diplomandosi in scenografia nel 1956 e svolgendo nella Capitale la sua attività artistica come grafico e illustratore. Collabora, in questo periodo, con il cinema, lavorando come scenografo e nel contempo realizza decorazioni, mosaici e vetrate. Alcune di queste opere sono presenti a Schio: come l'artistico mosaico sulla facciata della chiesa del Sacro Cuore, le vetrate della stessa che raffigurano vari santi, e ancora le vetrate della chiesa di Sant'Antonio Abate. Molti suoi dipinti sono in possesso di collezionisti ed estimatori della nostra Città.

Giorgio Scalco vive a Roma dall'inizio degli anni sessanta. Sempre nel decennio, compie alcuni viaggi negli Stati Uniti ed espone in gallerie americane: anche questa esperienza viene assimilata ed entra a far parte del suo mondo interiore.
Nel 1960 inizia anche la collaborazione con Sam Schwatz della Guildhall Gallery di Chicago e dal 1981 quella con la Galleria Forni di Bologna. Dal 1968 al 1992 è titolare di Cattedra presso l'Accademia di Belle Arti di Roma, presso la quale nel 2015 è stato insignito – unico vicentino e scledense fino ad ora - del titolo di “Maestro Emerito” .
La sua attività lo ha portato ad esporre in molte gallerie d'arte in Italia e all'estero, con più di cento mostre personali. E, come afferma lui stesso con quella grande autoironia che lo contraddistingue, "ancora non son morto dalla fatica, ma poco ci manca". Ora anche gli scledensi possono visitare una significativa mostra antologica del pittore, dopo la fuggevole esposizione del 2000 alla Fabbrica Alta, quella del 2006 a Palazzo Fogazzaro e la visione di alcuni quadri esposti a Schio in occasione del conferimento a Scalco del Premio Menin, nel 1994. Giorgio Scalco ha continuato infatti sempre a frequentare, in questi anni, la sua Città. La sua è stata una presenza discreta, insondabile, un ribadire costante, in contatti e collegamenti con il natio borgo, la sua profonda ed intima affezione per la campagna e le colline circostanti, e per le montagne del vicino Altopiano nel quale restano molte delle sue radici: tutti luoghi da cui egli ritrae una continua e profonda ispirazione. La mostra presenta 39 opere in cui si ritrova quella “scenografia dell'anima” che Vittorio Sgarbi ha identificato nell'arte del pittore. La luce di Scalco è sentimento del vivere. La sua pittura, che si trova isolata nel panorama dell'arte italiana, colpisce per il suo voler scavare, rivelare l'essenza delle cose, che si mostrano come sospese, estranee per la loro irrealtà, eppure così reali, tangibili, immerse in una luce che si fa più calda nelle nature morte e più fredda nei paesaggi e negli interni con figure.

Luciano Marigo è riuscito a leggere la pittura di Scalco come epifania, manifestazione de "Il silenzio e l'infinito”, che si congiungono nell'anima dell'artista e nella sua vita nella ostinata contemplazione della bellezza, cercata, strappata all'effimero, e contemplata con stupore e devozione.


Data ultimo aggiornamento: 02/04/2017
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